Sandra, la Wire Art e la CMT
Abbiamo chiesto a Sandra, psicologa e artista con CMT, di raccontarci la sua storia e come si è avvicinata all’arte
Mi chiamo Sandra, ho 52 anni. Sono psicologa ma la mia passione per l’arte e la Wire Art (lavorazione manuale del filo metallico per creare oggetti, NdR) in particolare è stata un po’ la mia terapista per affrontare, o meglio, accettare la scoperta fatta, 2 anni circa, di avere la Charcot-Marie-Tooth.
I primi sintomi e come mi hanno fatta sentire
Ho sempre avuto sin da piccola lievi sintomi tipici della malattia, in particolare i piedi arcuati, una camminata difficoltosa e incerta (così la definivo), debolezza muscolare avvertita a livello di gambe e mani, stanchezza. Ciò che maggiormente mi ha fatto soffrire, sentire diversa, è stata la mancanza di energia fisica.
A questi sintomi si sono aggiunti, verso i 50 anni, l’intorpidimento ai piedi e alle mani. Queste stesse mani debolissime, che fanno cadere gli oggetti, che non hanno un buon rapporto con i bottoni, le cerniere, i vasetti da svitare eccetera, ora lavorano fili di ferro.
La Wire Art: un po’ passione, un po’ Terapia
Mani deboli che lavorano il ferro… Un po’ paradossale, vero? Ma questa cosa mi rende felice e anche grata alla mia mamma dalla quale l’ho ereditata, che mi ha lasciato proprio quando i sintomi si sono resi più evidenti. Per me è guarire simbolicamente l’albero genealogico, l’albero appunto…e io senza aver trovato prima questa connessione creo alberi della vita.
In ambito psicologico, alcuni noti clinici come Dumas, Tisseron parlano, rispettivamente, di “mandati transgenerazionali”, di “albero di vita” e di “trasmissione di immagini mentali” attraverso le generazioni. In sintesi, sto contribuendo a curare, con le mie mani, simbolicamente le generazioni passate.
Certo, la mia prima reazione alla diagnosi non è stata di gratitudine ma di rabbia, anche verso chi me l’ha trasmessa ma poi “per caso “ (non credo al caso, nei messaggi dell’universo invece sì) ho magicamente iniziato a dare forma agli alberi con i fili di metallo. Ci vuole forza, manualità, tanta pazienza e tempo… Immaginate la difficoltà a infilare perline con la CMT e quante ne cadono.
Tanto per sorridere, ricordo che se cadono dalle mani le mie sculture non si rompono come i vasetti di vetro. Sono forti ed eterne come noi. Inoltre, non potendo più fare le mie amate lunghe passeggiate nei boschi realizzare questi bonsai, questi alberi… è come se le facessi.
Un abbraccio a tutti noi con affetto (come si abbracciano gli alberi, rasserenandoci), lunga vita a tutti.
Sandra Romanelli
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